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Saumur Blanc – Château de Villeneuve
Una preparazione certosina, con fermentazione lenta sulle fecce, per dare vita a un bianco luminoso, solare, fresco. Con una nota secca e quasi salina che lo rendono il compagno ideale per un rinfresco in compagnia. Una celebrazione semplice, ma profonda, davanti a un mazzo di fiori. Anche il suo aroma vi guiderà verso un amore semplice e genuino, che profuma di pesca, mandarino e fiori bianchi. La bottiglia giusta per chi sa godersi la vita, e vuole regalarsi una notte di fremito. Guidata da una passione accecante.
Sull’altopiano che domina la Loira, il castello di Villeneuve offre una vista mozzafiato sulle rive più selvagge del fiume. Magnifica dimora settecentesca, trasporta al giorno d’oggi la nobiltà dell’epoca a partire dalla pietra con cui fu edificata, tipica dell’intera regione: il tufo. E qui, sin dal XV secolo, nobili famiglie hanno dedicato le loro attenzioni agli sterminati vigneti. Fino ad arrivare agli attuali proprietari, la famiglia Chevallier. Che oggi dispone di 25 acri, che esattamente come in epoca nobiliare regalano vini complessi caratterizzati da una grande personalità.
Lo studio certosino dell’uva è solo l’ultimo passo per Château de Villeneuve. Prima ancora è stato infatti effettuato uno studio certosino anche sulla crescita dell’erba, con l’innesto di filari con bluegrass del Kentucky per massimizzare l’attecchimento e l’apporto idrico alla vite. Per non parlare della salvaguardia di acari predatori come tiflodromi e tripidi. Un rimedio naturale per tenere l’uva completamente al riparo da insetticidi chimici di qualsiasi tipo.
Situati in una posizione particolarmente fortunata sia per esposizione che per il terreno calcareo, i vigneti di Château de Villeneuve sono da sempre caratterizzati da grande eleganza e finezza. Cui contribuisce Stanislas Wallut, responsabile in prima persona delle vinificazioni. Con lui il Castello si è definitivamente calato nel nuovo millennio, grazie all’applicazione delle pratiche biodinamiche in vigna e alla lavorazione gentile (diraspatura con leggerissima pigiatura) e non invasiva (rimontaggi delicati senza estrazione, eseguiti unicamente per favorire l’infusione di bucce e vinaccioli).
Saumur Blanc – Château de Villeneuve
Una preparazione certosina, con fermentazione lenta sulle fecce, per dare vita a un bianco luminoso, solare, fresco. Con una nota secca e quasi salina che lo rendono il compagno ideale per un rinfresco in compagnia. Una celebrazione semplice, ma profonda, davanti a un mazzo di fiori. Anche il suo aroma vi guiderà verso un amore semplice e genuino, che profuma di pesca, mandarino e fiori bianchi. La bottiglia giusta per chi sa godersi la vita, e vuole regalarsi una notte di fremito. Guidata da una passione accecante.
Sull’altopiano che domina la Loira, il castello di Villeneuve offre una vista mozzafiato sulle rive più selvagge del fiume. Magnifica dimora settecentesca, trasporta al giorno d’oggi la nobiltà dell’epoca a partire dalla pietra con cui fu edificata, tipica dell’intera regione: il tufo. E qui, sin dal XV secolo, nobili famiglie hanno dedicato le loro attenzioni agli sterminati vigneti. Fino ad arrivare agli attuali proprietari, la famiglia Chevallier. Che oggi dispone di 25 acri, che esattamente come in epoca nobiliare regalano vini complessi caratterizzati da una grande personalità.
Lo studio certosino dell’uva è solo l’ultimo passo per Château de Villeneuve. Prima ancora è stato infatti effettuato uno studio certosino anche sulla crescita dell’erba, con l’innesto di filari con bluegrass del Kentucky per massimizzare l’attecchimento e l’apporto idrico alla vite. Per non parlare della salvaguardia di acari predatori come tiflodromi e tripidi. Un rimedio naturale per tenere l’uva completamente al riparo da insetticidi chimici di qualsiasi tipo.
Situati in una posizione particolarmente fortunata sia per esposizione che per il terreno calcareo, i vigneti di Château de Villeneuve sono da sempre caratterizzati da grande eleganza e finezza. Cui contribuisce Stanislas Wallut, responsabile in prima persona delle vinificazioni. Con lui il Castello si è definitivamente calato nel nuovo millennio, grazie all’applicazione delle pratiche biodinamiche in vigna e alla lavorazione gentile (diraspatura con leggerissima pigiatura) e non invasiva (rimontaggi delicati senza estrazione, eseguiti unicamente per favorire l’infusione di bucce e vinaccioli).
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