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Grazie ad una personalità che lo rende particolarmente adatto ai momenti conviviali, è stato chiamato Sansevé nome che deriva dal gaelico antico e significa “salute!”. Satèn, invece, è un nome registrato del Consorzio della Franciacorta e corrisponde ad un protocollo produttivo che prevede l’utilizzo esclusivo di uve Chardonnay e Pinot bianco, una pressione atmosferica inferiore alle 5 atmosfere, un tenore zuccherino massimo di 15 gr./litro e un invecchiamento minimo sui lieviti di 24 mesi. Dalla combinazione di questi quattro elementi ne risulta un vino morbido ed avvolgente che rievoca la piacevolezza della seta.
Unire una cantina storica di una terra indissolubilmente legata alla tradizione contadina come la Franciacorta con i più moderni ritrovati della tecnologia. Il tutto con la massima armonia possibile. Questa la missione di Monte Rossa, portata avanti fin dal 1972 da Paolo Rabotti con il prezioso supporto della moglie Paola. E con un obiettivo da non perdere mai di vista: mantenere sempre altissimo il livello della cura artigianale e la ricerca appassionata dell’eccellenza. Fondendo però il tutto con impegno e mentalità imprenditoriale, senza compromessi. Una ricetta che ha funzionato, dando oggi vita a una delle etichette più rinomate al mondo.
Una storia di successo non può che basarsi su scelte coraggiose. Anche difficili, magari, che però si rivelano vincenti. Come quella di Monte Rossa, prima realtà della Franciacorta a decidere di abbandonare in maniera definitiva la strada dei vini fermi per concentrarsi sull’eccellenza delle bollicine. Per poi investire in maniera costante, minuziosa e determinata nella tecnologia, la ricerca e la sperimentazione. Con lo scopo di portare sulle tavole del mondo il massimo dell’eccellenza della Franciacorta: una missione compiuta.
Da parte di Monte Rossa è importantissima anche l’attenzione al territorio. Ecco perché i 70 ettari di vigneti della proprietà presentano posizioni dei cru su terreni ed esposizioni diverse. Una scelta che contribuisce ad ampliare il patrimonio aromatico delle uve, così da comporre cuvée ricche di struttura e complessità. L’ampio utilizzo di barrique per la fermentazione dei mosti, oltre che l’impiego di vino di riserva, completa il quadro. Che nel corso dei decenni, e anche ora che Paolo Rabotti ha affidato l’intera gestione al figlio Emanuele, fa di Monte Rossa il punto di riferimento d’eccellenza per chi vuole scoprire il massimo che la Franciacorta possa offrire.
Grazie ad una personalità che lo rende particolarmente adatto ai momenti conviviali, è stato chiamato Sansevé nome che deriva dal gaelico antico e significa “salute!”. Satèn, invece, è un nome registrato del Consorzio della Franciacorta e corrisponde ad un protocollo produttivo che prevede l’utilizzo esclusivo di uve Chardonnay e Pinot bianco, una pressione atmosferica inferiore alle 5 atmosfere, un tenore zuccherino massimo di 15 gr./litro e un invecchiamento minimo sui lieviti di 24 mesi. Dalla combinazione di questi quattro elementi ne risulta un vino morbido ed avvolgente che rievoca la piacevolezza della seta.
Unire una cantina storica di una terra indissolubilmente legata alla tradizione contadina come la Franciacorta con i più moderni ritrovati della tecnologia. Il tutto con la massima armonia possibile. Questa la missione di Monte Rossa, portata avanti fin dal 1972 da Paolo Rabotti con il prezioso supporto della moglie Paola. E con un obiettivo da non perdere mai di vista: mantenere sempre altissimo il livello della cura artigianale e la ricerca appassionata dell’eccellenza. Fondendo però il tutto con impegno e mentalità imprenditoriale, senza compromessi. Una ricetta che ha funzionato, dando oggi vita a una delle etichette più rinomate al mondo.
Una storia di successo non può che basarsi su scelte coraggiose. Anche difficili, magari, che però si rivelano vincenti. Come quella di Monte Rossa, prima realtà della Franciacorta a decidere di abbandonare in maniera definitiva la strada dei vini fermi per concentrarsi sull’eccellenza delle bollicine. Per poi investire in maniera costante, minuziosa e determinata nella tecnologia, la ricerca e la sperimentazione. Con lo scopo di portare sulle tavole del mondo il massimo dell’eccellenza della Franciacorta: una missione compiuta.
Da parte di Monte Rossa è importantissima anche l’attenzione al territorio. Ecco perché i 70 ettari di vigneti della proprietà presentano posizioni dei cru su terreni ed esposizioni diverse. Una scelta che contribuisce ad ampliare il patrimonio aromatico delle uve, così da comporre cuvée ricche di struttura e complessità. L’ampio utilizzo di barrique per la fermentazione dei mosti, oltre che l’impiego di vino di riserva, completa il quadro. Che nel corso dei decenni, e anche ora che Paolo Rabotti ha affidato l’intera gestione al figlio Emanuele, fa di Monte Rossa il punto di riferimento d’eccellenza per chi vuole scoprire il massimo che la Franciacorta possa offrire.
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